Perché forse non lo sapete, ma ai congressi locali del weekend era tutto un tripudio di: «L’importante è che vinca il Pd, chiunque diventerà segretario saremo tutti qui per sostenerlo». Poi il buon Penati dice che ha già vinto Bersani (quindi lui), che Franceschini è un segretario – machedico, un uomo – finito, tutti a casa, non c’è niente da guardare. O almeno da votare. Perché «Bersani ha vinto tra gli iscritti». Che, tanto per dirne una, in Brianza sono appena tremila su ottocentomila abitanti. Comunque, è congenita alla sinistra questa smania di dare addosso al leader (ma mai al “leader preventivo”: questa qualcuno me la deve spiegare). Poi si capisce perché Berlusconi dice con la solita sicumera che resterà tra noi Per Sempre, roba che neanche la coppia più innamorata del mondo si azzarderebbe a dire. Nel frattempo, pare che Franceschini abbia chiamato Veltroni per chiedere lumi su questa faccenda, ma – considerato come sono andate le cose al Walter, a proposito di insostenibile leggerezza – non so che consigli possa dargli. Io, per quel che simbolicamente vale, continuo a sostenere Marino, che a Milano vola. Tra i cavalli grossi dopati per il palio, è come il Mio Mini Pony.
PS: Ovviamente chiunque lo trovi è vivamente pregato di portarmi quel Mini Pony (vedi foto) a Sua immagine e somiglianza. Di Obama, s’intende.
mercoledì 30 settembre 2009
mercoledì 23 settembre 2009
I circoli, per esempio
Ieri mattina, a Milano nel circolo Pd Milano Centro, con Sergio Gaudio, nell'ambito della proposta politica della terza mozione, abbiamo presentato il primo documento organico dedicato all'organizzazione e alla forma-partito che sia stato presentato nella lunga stagione congressuale del Pd. Il Pd deve essere un laboratorio politico: è necessario un clima di collaborazione tra la base e il gruppo dirigente, basato sul concetto di relazione e non di gerarchia. Per fare ciò è necessario uno scambio di informazioni tra i circoli, delle buone pratiche da condividere su tutto il territorio nazionale, all’insegna del progetto dei Circoli virtuosi. I circoli devono essere informati e (contro)informati con una puntuale rassegna del materiale prodotto dal partito, banche dati e informazioni di riferimento, raccolte in archivio e messe a disposizione di iscritti ed elettori, sui principali temi di informazione politica. Decisiva è la programmazione annuale delle attività in rapporto agli iscritti e attraverso la quale il lavoro dei circoli andrà valutato. Inoltre l'autonomia finanziaria dei circoli sarà sostenuta da una forte partecipazione ai rimborsi elettorali. Per quanto riguarda gli strumenti, è necessario che circoli e rete web siano complementari, come già avviene per il sito Scelgomarino.info che sta organizzando la campagna congressuale della mozione: un software semplice e innovativo che potrebbe essere immediatamente esteso alla rete dei circoli del Pd. Il Partito per essere strutturato deve essere partecipato, attraverso un regolamento di attuazione dell'art. 28 dello Statuto - che prevede consultazioni referendarie periodiche degli iscritti sui temi di rilevanza politica nazionale e locale - e una Carta della partecipazione, che abbiamo voluto associare alla nostra proposta. Un Partito Democratico che sia strutturato, partecipato, aperto, che si misuri con gli aderenti e gli elettori, autonomo economicamente, pronto al ricambio e alla mobilitazione. Un partito, quindi, a misura di elettore. Qui la proposta, qui la sintesi.
giovedì 10 settembre 2009
mercoledì 9 settembre 2009
lunedì 7 settembre 2009
L'errore di Dario
Dario Franceschini risponde alla proposta del vostro affezionatissimo ricordando che i tre candidati si confronteranno l'11 ottobre e che non è necessario incontrarsi prima. Non ci volevo credere, quando l'ho saputo, perché stimo Franceschini e non mi sarei mai aspettato una risposta così sbagliata e, dal momento che Dario è segretario nazionale in carica, assai poco 'generosa'. Per prima cosa, non è vero quanto dice Franceschini: l'11 ottobre, alla fine della prima fase congressuale, i tre candidati parleranno uno per ciascuno, senza confrontarsi. In secondo luogo, l'11 ottobre è quasi una provocazione, perché è con tutta evidenza troppo tardi (un 'confronto' a giochi fatti, insomma). Infine, segnalo a Dario Franceschini che tutti i dirigenti del Pd si stanno confrontando, in incontri a 'tre', in ogni Festa, in ogni Federazione e in ogni circolo del Paese. Non capisco perché quello che vale per tutti non debba valere per i tre candidati (a Livorno, per dirne solo una, ho dovuto presentare il mio libro con il contributo, chiamiamolo così, degli esponenti delle altre due mozioni, perché da solo non era concepibile che lo presentassi: per la par condicio ho chiesto agli altri di pubblicarne uno...). Trovo sbagliato che proprio il segretario nazionale non comprenda l'importanza di un confronto che, proprio perché è un confronto e non una messinscena, si deve svolgere prima che si siano svolti tutti i congressi nei circoli. Proprio da chi si appella in continuazione all'unità del partito, mi aspettavo che questa unità la si volesse anche praticare, soprattutto se l'invito è costruttivo e disinteressato come quello che avanzavo. Una piazza a Firenze, una domenica di settembre, poteva essere il passaggio qualificante della nostra campagna congressuale, in cui confrontare le tre diverse posizioni, i tre diversi approcci, le tre diverse personalità in campo, in un partito che - come ci ricorda lo stesso Franceschini ogni volta che può - dopo il 25 ottobre dovrà essere unito e collaborativo. Peccato non lo possa essere anche prima. Per quanto mi riguarda, continuerò a sollecitare questo momento di confronto, augurandomi che - dopo Marino, che ha raccolto e rilanciato - anche Bersani intenda dire qualcosa. Perché fa un po' sorridere che poi, nelle varie campagne elettorali, noi si stigmatizzi chi non accetta il confronto. Questione di credibilità, diciamo di solito. Evidentemente quello che vale 'fuori', non vale 'dentro'. Peccato, davvero (che abbreviato, poi, sarebbe: Pd). P.S.: siccome delle mie proposte si parla solo sulla rete, perché i giornali (che pure difenderemo fino alla fine) parlano solo dei 'soliti', chiedo gentilmente a chi è d'accordo di riprendere il messaggio dove può.
sabato 5 settembre 2009
A Firenze, una piazza per un Congresso sincero
giovedì 3 settembre 2009
Riunione dei sostenitori della mozione Marino
LUNEDI' 7 SETTEMBRE - ore 21,00
VIA AROSIO 6 (stazione FS ) - MONZA
Oltre alla costituzione del Comitato per Marino in Brianza, discuteremo di tutti gli aspetti politici ed organizzativi per consentire, anche nel nostro territorio , un buon risultato ad Ignazio Marino.
Una fascetta rossa per la libertà di informazione
L’azione del capo del governo, volta a intimidire gli organi informativi, costringe a ribadire che la libertà di stampa non è un accessorio della democrazia, ma la sua sostanza e che essa rappresenta un valore fondamentale garantito sia dalla Costituzione italiana che dalla Carta Europea per la libertà di stampa.
L’iniziativa della fascetta fa da volano alla manifestazione organizzata a Roma per sabato 19 settembre che invita alla mobilitazione in difesa della libertà di informazione alla quale, ovviamente, Ignazio parteciperà.
Mettete anche voi una fascetta al braccio, sugli abiti, sulle finestre, in ogni luogo pubblico e privato. Esponete il simbolo sui blog e i social network. Inviateci, inoltre, da oggi al 19 settembre, le vostre foto con la fascetta rossa all’indirizzo campagna@ignaziomarino.it e verranno pubblicate sul sito!
martedì 1 settembre 2009
Maria Berrini presenta la mozione Marino
Mozione Franceschini presentatore on. Enrico Morando