di Mattia Carzaniga
Il Pd è troppo importante. Dobbiamo restare uniti, nonostante tutto e tutti. Echeggiano parole solenni alle prime presentazioni “interne” delle tre mozioni (qualcuno li chiama «forum dei circoli»). Passaggi inevitabili, certamente. Eppure la sensazione è che il clima sia già molto viziato. Le regole del congresso, più complicate di un «Quesito con la Susi», servono a riempire le serate di “autocoscienza” degli iscritti, tanto c’è tutto il tempo per dimenticarle durante le ferie d’agosto, e riprenderle poi a settembre, sempre la solita musica. E il dibattito sulle tre mozioni sembra solo un pretesto per disporre già le diverse tifoserie, pronti per la conta di fine ottobre. Tutto è interno, ma in senso stretto. E il primo ricambio che non c’è è quello d’aria. La sbandierata partecipazione cede il passo a modalità vecchie, il franco confronto nella famigerata “Base” soccombe all’agenda polemica dettata dalla stampa. Per dirne una, c’è chi domanda cosa dicano le tre mozioni a proposito di Di Pietro, perché ormai è su questo che si fondano i programmi di partito. Sarà il caldo estivo e il richiamo delle spiagge, ma anche gli iscritti sembrano andare un po’ alla cieca. Io, si sa, sostengo la famosa terza via. Come segno, soprattutto. Non penso ci sia nulla da perdere, in questo momento. Mentre le parole, le stesse, sono lì, incantate. Tra i fumi delle salamelle e una mazurka che arriva da lontano. Sempre la solita musica, già.
Il Pd è troppo importante. Dobbiamo restare uniti, nonostante tutto e tutti. Echeggiano parole solenni alle prime presentazioni “interne” delle tre mozioni (qualcuno li chiama «forum dei circoli»). Passaggi inevitabili, certamente. Eppure la sensazione è che il clima sia già molto viziato. Le regole del congresso, più complicate di un «Quesito con la Susi», servono a riempire le serate di “autocoscienza” degli iscritti, tanto c’è tutto il tempo per dimenticarle durante le ferie d’agosto, e riprenderle poi a settembre, sempre la solita musica. E il dibattito sulle tre mozioni sembra solo un pretesto per disporre già le diverse tifoserie, pronti per la conta di fine ottobre. Tutto è interno, ma in senso stretto. E il primo ricambio che non c’è è quello d’aria. La sbandierata partecipazione cede il passo a modalità vecchie, il franco confronto nella famigerata “Base” soccombe all’agenda polemica dettata dalla stampa. Per dirne una, c’è chi domanda cosa dicano le tre mozioni a proposito di Di Pietro, perché ormai è su questo che si fondano i programmi di partito. Sarà il caldo estivo e il richiamo delle spiagge, ma anche gli iscritti sembrano andare un po’ alla cieca. Io, si sa, sostengo la famosa terza via. Come segno, soprattutto. Non penso ci sia nulla da perdere, in questo momento. Mentre le parole, le stesse, sono lì, incantate. Tra i fumi delle salamelle e una mazurka che arriva da lontano. Sempre la solita musica, già.
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